Dal perché al come: Giorgio Armani e il purpose come leva strategica per ogni scelta aziendale - di G. Fabrizi
- Giulia Fabrizi

- 14 set
- Tempo di lettura: 5 min

Se n’è andato il 4 Settembre, all’età di 91 anni, colui che tutti chiamavano “il Re Giorgio”.
Un appellativo che non nasceva solo dal suo talento ineguagliabile nella moda, ma dalla sua capacità di rappresentare una visione, di rendere l’eleganza uno stile di vita e di guidare con rispetto chi lavorava al suo fianco.
Giorgio Armani non è stato soltanto uno stilista, ma ha dimostrato che l’eleganza non è solo stile, ma un modo di vivere e di scegliere: ha vestito generazioni, ha ispirato imprenditori, ha insegnato che la vera grandezza sta nella coerenza tra ciò che si è e ciò che si fa.
La sua eredità non è fatta solo di tessuti e passerelle, ma di un purpose profondo che ha saputo tradurre in ogni decisione, in ogni gesto, in ogni impresa.
Le radici: da Piacenza a Milano, da collaboratore creativo per l’allestimento dei prodotti a stilista riconosciuto a livello internazionale
Giorgio Armani nasce nel 1934 a Piacenza, figlio di una famiglia umile: il padre era impiegato, la madre casalinga.
In giovane età si trasferisce con la famiglia a Milano, studia, inizia medicina che però abbandona per il richiamo dell’estetica, del vestire, dello stile.
Il suo primo lavoro è come collaboratore creativo agli allestimenti dei prodotti (e non come vetrinista o commesso come spesso viene riferito) alla Rinascente, che diventa la palestra in cui impara il mestiere: capire cosa le persone desiderano, la presentazione, la cura visiva ed estetica, la proporzione.
Da lì la chiamata con Nino Cerruti per lavorare nella linea uomo "Hitman": è l’inizio di una maturazione stilistica che lo porta a rivoluzionare il guardaroba maschile (giacche destrutturate, palette sobria, proporzioni misurate) e a tradurre tutto ciò anche nella moda femminile.
Coerenza nel purpose: eleganza autentica, bellezza misurata, rispetto delle persone
Quando ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Global Business Management, Giorgio Armani ha dichiarato:
«Coltivate l’amore per ciò che fate con rispetto di chi vi è vicino».
In quell’occasione ha ricordato le sue radici: Piacenza, l’infanzia, Milano. Luoghi e momenti che non si dimenticano mai e che restano una bussola per orientare le scelte di tutta una vita.
Questa bussola lo ha guidato sempre: Armani ha infatti ribadito più volte
«ho sempre creduto in una idea di eleganza senza tempo».
Ma la sua non era solo una visione estetica: quell’idea di eleganza è diventata una vera e propria linea guida operativa, che si riflette in ogni scelta, dal taglio al tessuto, dallo stile al modo di trattare le persone.
Armani ha dimostrato che i valori contano solo se diventano azioni concrete e la sua eleganza, la sua coerenza e il suo rispetto per le persone hanno preso forma in tratti distintivi che rendono unico il suo purpose:
Rispetto delle persone: collaboratori, dipendenti, ma anche comunità per lui sono parte della realizzazione del sogno. É ricordato per aver lavorato con grande rispetto delle persone, come testimoniano amici e collaboratori, ma anche manager, top model e celebrità che lo chiamavano “Signor Armani”, a sottolineare il mix di rispetto, eleganza e autorevolezza che rappresentava.
Professionalità meticolosa: Armani ha sempre curato nel dettaglio ogni aspetto, le proporzioni, la lunghezza, la vestibilità, la sobrietà dei colori, l’armonia.
Integrità e autenticità: niente ostentazione, niente moda effimera come valore fine a sé stessa. Armani critica lo spreco, l’apparenza, la superficialità.
Sostenibilità come valore radicato: non solo moda che dura nel tempo, ma iniziative concrete (riduzione degli sprechi, responsabilità sociale, progetti filantropici) che riflettono lo stesso scopo.
Va ricordato che Giorgio Armani ha sostenuto progetti filantropici in vari settori, anche con interventi locali, con un approccio che valorizza la comunità, la cultura, la salute e l’ambiente. Ecco una sintesi dei settori di impegno filantropico, basata su fonti recenti:
Salute e pandemie
Durante la pandemia di COVID-19, Armani ha donato alle strutture ospedaliere in diverse zone d’Italia: Milano, Roma, Bergamo, Piacenza, Versilia.
Ha anche riconvertito alcune sue fabbriche per produrre dispositivi medici protettivi (mascherine, camici, ecc.) per rispondere all’emergenza sanitaria.
Sostegno ai rifugiati, alle emergenze umanitarie
Il gruppo Armani ha partecipato con donazioni e iniziative durante crisi internazionali, sostenendo rifugiati sia economicamente sia fornendo beni essenziali.
Nell’ambito della comunità locale (Milano) ha collaborato anche con l’UNHCR e con enti come la Croce Rossa per assistenza ai profughi, in particolare donne e bambini.
Nutrizione e lotta alla fame
Il progetto “Restaurants Against Hunger” con Emporio Armani (ristoranti del gruppo) per sostenere Action Against Hunger, volto a combattere la malnutrizione infantile.
Programmi locali di assistenza alimentare e supporto alle famiglie più vulnerabili in Italia.
Cultura e patrimonio
Impegno in progetti per il patrimonio artistico italiano tramite FAI (Fondo Ambiente Italiano) per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
Creazione di spazi culturali come l’Armani/Silos, museo a Milano dedicato allo stile e all’archivio di Armani, una forma di investimento culturale che arricchisce il territorio pubblico.
Acqua e ambiente
Il progetto Acqua for Life (AFL), in collaborazione con L’Oréal: iniziativa sociale e ambientale per garantire accesso universale all’acqua in regioni in difficoltà.
Impegni nel ridurre sprechi, sostenibilità ambientale, packaging, materiali, anche come parte del gruppo Armani.
Supporto locale / comunitario
Donazioni a ospedali, interventi in città come Milano per i bisogni della comunità.
Iniziative di welfare per i dipendenti, programmi di formazione, inclusione, diversità all’interno del Gruppo
Implicazioni per le imprese: perché partire dalle radici e costruire coerenza è strategico?
Alla luce dell’esperienza Armani, possiamo evidenziare sei insegnamenti utili per le aziende che vogliono essere non solo profittevoli, ma anche sostenibili nel tempo, rispettate e autorevoli.
Definire un purpose autentico
Non basta dichiarare un valore (bellezza, sostenibilità, qualità): il purpose deve radicarsi nelle proprie origini, nella storia e soprattutto nei comportamenti quotidiani.
Allineare ogni scelta al purpose
Dal prodotto al design, dall’esperienza del cliente al trattamento rispettoso dei collaboratori. Ogni decisione va filtrata attraverso il purpose: serve coerenza per costruire fiducia interna ed esterna.
Leadership che ispira, non domina
Il rispetto, la passione, il lavoro come vocazione: Armani mostra che un leader che vive i suoi valori ispira gratitudine e fedeltà. I collaboratori diventano così gli ambasciatori del purpose.
Autenticità e sobrietà come valore competitivo
In un mercato sovraesposto, dove tutto urla, l’eleganza silenziosa, il “non troppo”, la qualità percepita e non ostentata, diventano un potente elemento distintivo.
Sostenibilità come parte del purpose, non come mera strategia di marketing
Le imprese moderne non possono ignorare l’impatto ambientale e sociale. Le iniziative sostenibili devono essere parte integrante della visione, non aggiunte accessorie. Una azienda come sistema umano.
Mantenimento della coerenza nel tempo
Il purpose non è qualcosa che si cambia in base alle mode o ai trend. Serve visione a lungo termine, disciplina, capacità di restare fedeli. Armani ha mantenuto il suo stile, la sua visione per decenni.
Più che un creatore di abiti, Giorgio Armani è stato un creatore di senso: il purpose che lo guidava è diventato il filo che ha unito la sua storia, le sue scelte, il suo esempio.
Le sue radici (l’infanzia semplice, l’approdo al mondo della moda partendo dal basso, l’attenzione al bello ma anche al dignitoso) hanno definito una visione che ha guidato ogni sua scelta.
Questo è stato il suo segreto: coerenza profonda tra ciò che si è, ciò che si fa, ciò che si comunica.
Per un’impresa, partire dalle proprie radici non è un esercizio nostalgico: è un atto strategico.
Il mercato oggi premia quelle aziende che non si perdono nel rumore, che non inseguono solo il profitto veloce, ma costruiscono valore autentico, relazioni solide, reputazione duratura.
Armani lo ha fatto: e il suo esempio rimane per tutte le imprese che vogliono durare, essere amate, essere rispettate.
Giulia Fabrizi, psicologa e ricercatrice qualitativa, fondatrice di Almar Quality Research, Istituto di Ricerche Sociali e di Marketing.






