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Prodotti “fit”: tra benessere, consapevolezza e ricerca di equilibrio - di R. Ferrara, G. Mandelli e G. Fabrizi 

photo: Macourt
photo: Macourt

Un mercato in crescita e scelte consapevole

Nel mondo del food marketing, i prodotti “fit” rappresentano oggi un segmento in rapida espansione.


Ma cosa spinge davvero le persone a scegliere i prodotti “fit”?


La ricerca qualitativa condotta da Roberta Ferrara e Giulia Mandelli, Tirocinanti presso ALMAR QUALITY RESEARCH, ha indagato la percezione di questi prodotti tra giovani appartenenti alla GenZ e ai Millennials, facendo emergere un quadro sorprendentemente maturo, consapevole e sfaccettato.

 

Oltre la forma fisica: uno stile di vita

I prodotti “fit” non vengono scelti solo per perdere peso o potenziare le performance sportive, ma anche come espressione di uno stile di vita sano, naturale ed equilibrato. I partecipanti associano a questi alimenti un’immagine positiva, coerente con valori di benessere globale.

 

Dalla scoperta online alla verifica consapevole

La scelta non è mai impulsiva né dettata unicamente da ciò che si vede online: se da un lato i social rappresentano un primo punto di contatto, dall’altro ogni decisione viene seguita da una fase di verifica attenta, spesso supportata da letture personali o dal confronto con professionisti della nutrizione.


Il gusto come requisito irrinunciabile

Uno dei dati più interessanti riguarda la centralità del gusto. Il prodotto “fit” ideale, secondo gli intervistati, non deve soltanto essere salutare ma anche appagante al palato. Questo aspetto, in particolare, viene enfatizzato dalle donne, che dichiarano di non voler più rinunciare al piacere del cibo in nome della forma fisica. Parallelamente, l’attenzione alla qualità degli ingredienti è molto elevata: si prediligono formulazioni semplici, naturali, senza additivi o sostanze percepite come artificiali. L’estetica del packaging contribuisce a rafforzare questa idea di “naturalità”, attraverso l’uso di colori neutri, scritte chiare e confezioni pratiche da portare fuori casa.

 

I claim e comunicazione sotto esame

La comunicazione gioca un ruolo cruciale. I claim sulle confezioni vengono letti con attenzione e valutati con spirito critico. L’affermazione “senza zuccheri aggiunti” è una delle più apprezzate, ma suscita interrogativi su quali sostanze vengano utilizzate in sostituzione. Le alternative ritenute artificiali, come l’aspartame, sono spesso rifiutate, mentre sono ben accolti i dolcificanti naturali come il fruttosio. Al contrario, claim generici come “light” risultano meno credibili, perché associati a prodotti poco saporiti o solo superficialmente “salutari”.


Il prodotto “fit” è un alleato quotidiano

Il consumo dei prodotti “fit” si inserisce con flessibilità nella routine quotidiana. Sono utilizzati soprattutto a colazione e durante gli spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio, ma vengono anche integrati prima o dopo l’allenamento, a seconda delle esigenze individuali. Le donne tendono a preferirli prima dell’attività fisica, mentre gli uomini li consumano dopo lo sforzo per favorire il recupero. In ogni caso, il momento di consumo si lega sempre a un’esigenza funzionale: ricaricare le energie, saziarsi senza appesantirsi, o, semplicemente, prendersi cura del proprio corpo.

 

Il valore emotivo dei prodotti “fit”

Dal punto di vista emotivo, questi prodotti sono vissuti come alleati. Prima del consumo prevalgono sensazioni di stanchezza o fame, ma subito dopo subentrano stati d’animo positivi, come la soddisfazione, la leggerezza e la motivazione.

Per alcuni, scegliere un prodotto “fit” significa compiere un piccolo gesto quotidiano che contribuisce a un obiettivo più ampio: migliorare la propria salute, ritrovare la forma fisica o sentirsi più coerenti con i propri valori.

 

Il profilo del consumatore “fit”

Per concludere, l’immagine del consumatore di prodotti “fit” che emerge dalla ricerca è quella di una persona informata, selettiva e orientata al benessere, ma attenta anche all’esperienza sensoriale e alla sostenibilità delle scelte.

Un insight prezioso per chi si occupa di marketing e innovazione di prodotto, perché mostra come la fiducia non si conquisti più solo con promesse estetiche o prestazionali, ma attraverso la coerenza tra messaggio, ingredienti e valore percepito.


Roberta Ferrara, Psicologa, Junior Qualitative Researcher, tirocinante presso Almar Quality Research

Giulia Mandelli, Laureanda in Psicologia, Junior Qualitative Researcher, tirocinante presso Almar Quality Research

Giulia Fabrizi, Psicologa e Ricercatrice Qualitativa, Fondatrice di Almar Quality Research, Istituto di Ricerche Sociali e di Marketing, con sede a Milano

 

 
 
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